Clippy era il bisnonno di Copilot?
Senza filtri #14
Qualche newsletter fa ti ho raccontato di Clubhouse: 4 miliardi di valutazione, zero fatturato, morta quando il mondo ha riaperto.
La lezione era chiara: avevano trovato il product-market fit perfetto... per un mondo che non sarebbe durato.
Ma poi mi sono chiesto: quante idee geniali sono morte solo perché sono arrivate troppo presto?
Quanti prodotti hanno fallito non perché fossero sbagliati, ma perché il mondo non era pronto?
Mi è venuto in mente un software che tutti abbiamo odiato. Uno che voleva fare nel 1997 quello che oggi consideriamo normale, anzi, indispensabile.
Sto parlando di Clippy.
Il responsabile del computer di classe
Avevo 9 anni ed ero il “responsabile del computer di classe“. (Sì, già all’epoca sapevo che avrei fatto questo nella vita. Che fortunello vero? Ma torniamo a noi).
Il PC era uno di quei cassoni beige con Windows 98, e ogni volta che aprivamo Word per scrivere qualcosa, appariva lui:
Clippy.
Si presentava come assistente, ma per me e i miei compagni era solo un gioco. Una specie di Tamagotchi rotto che appariva quando meno te lo aspettavi. Lo facevamo trasformare in bicicletta, lo trascinavamo per tutto lo schermo, cliccavamo su di lui per vedere cosa faceva.
“Sembra che tu stia scrivendo una lettera. Vuoi aiuto?”
No Clippy, stiamo scrivendo “CULO CULO CULO” per vedere quante volte entra in una pagina. Ma grazie lo stesso.
Lo trattavamo male, come si trattano male le cose che non si capiscono…
Per noi però non funzionava mai abbastanza bene: voleva aiutarci a fare cose che non stavamo effettivamente facendo, era come avere un compagno di classe che alza sempre la mano per rispondere alla domanda sbagliata.
Non potevo saperlo all’epoca, ma stavo guardando il futuro.
Solo che era arrivato con 25 anni di anticipo.
Perché Clippy doveva esistere (e perché tutti lo odiavano)
Per capire Clippy bisogna tornare al 1995.
Microsoft aveva un problema: Office era potente, ma complicato (era nuovo d’altronde). Le aziende spendevano fortune in formazione e nel mentre gli utenti usavano forse il 10% delle funzionalità.
Allora pensarono a una soluzione. Proprio lui.
Un assistente virtuale che ti guidasse nell’utilizzo di Office. L’idea veniva da ricerche di Stanford che dicevano che trattiamo i computer come persone. Quindi perché non dargli letteralmente una personalità?
Prima provarono con Microsoft Bob, un intero sistema operativo con assistenti animati. Flop gigantesco.
Ma non si arresero. così presero il concept e lo integrarono in Office.
I numeri di Office furono incredibili:
20 milioni di licenze vendute in un anno
60.000 copie al giorno
Clippy finì su centinaia di milioni di computer
Il team aveva testato 250 personaggi diversi e Clippy vinse perché nei focus group risultava “il più affidabile e coinvolgente“.
Purtroppo anche lui non andò benissimo.
Time Magazine lo mise tra le “50 peggiori invenzioni di sempre” e Smithsonian Magazine lo definì “uno dei peggiori errori di design software negli annali dell’informatica”.
Il nome in codice interno era “TFC”, ufficialmente “The Friendly Character”.
In realtà, come ammise il manager Steven Sinofsky, stava per “The Fucking Clown”.
Clippy era Copilot, solo che non lo sapevamo
Ecco il paradosso che mi fa impazzire.
Clippy voleva fare ESATTAMENTE quello che fanno oggi ChatGPT, Claude e Copilot:
Capire cosa stai scrivendo
Suggerirti come migliorarlo
Aiutarti con la formattazione
Rispondere alle tue domande
Essere il tuo assistente personale
E quindi cosa non è andato? Te lo dico io:
Tecnologia: Clippy aveva algoritmi degli anni ‘90 che riconoscevano pattern basilari. Gli LLM di oggi hanno miliardi di parametri e capiscono davvero il linguaggio.
Interfaccia: Clippy appariva senza essere chiamato (push). ChatGPT aspetta che tu lo cerchi (pull). Se ci pensi, è la differenza tra un venditore porta a porta e un negozio.
Contesto culturale: Nel 1997 la gente stava ancora imparando a usare il mouse. L’idea di “parlare” con il computer era fantascienza. Oggi chiediamo a Siri che tempo fa mentre ci laviamo i denti (per dirne una).
Il timing non è solo “quando”
La vera lezione di Clippy non è che fosse una cattiva idea.
È che nel tech, il timing non riguarda solo il QUANDO, ma anche il COME e il CON COSA.
La vera lezione di Clippy alla fine è solo una: non era una cattiva idea, ma nel Tech il timing non è solo il QUANDO, ma è anche il COME e CON COSA.
Il QUANDO conta: Nel 1997 il mondo non era pronto per un assistente digitale. Non c’era la banda larga, i computer erano lenti e la gente ancora stampava le email.
Il COME è fondamentale: L’esecuzione può uccidere anche l’idea migliore. Clippy non aspettava mai un tuo input, ti interrompeva sempre, pensava di conoscerti e non faceva domande per capire il tuo contesto.
Il CON COSA fa la differenza: Puoi avere la visione giusta, ma gli strumenti sbagliati. È come provare a costruire Tesla nel 1950, l’idea dell’auto elettrica c’era già… ma le batterie facevano schifo.
Microsoft aveva capito che serviva un assistente.
Aveva capito che il software era troppo complesso. Aveva pure capito che serviva un’interfaccia più umana.
Ma era il 1997, non il 2025.
E a volte, avere ragione troppo presto è peggio che avere torto.
Dal funeral party alla rivincita postuma
Nel 2001, Microsoft decide che è ora di dire addio a Clippy. Ma invece di farlo sparire in silenzio, organizzano un vero e proprio spettacolo.
Nel 2001 Microsoft decide che è ora di dire addio a Clippy, però invece di farlo sparire in silenzio organizza un vero e proprio spettacolo.
Al lancio di Office XP a New York, un attore vestito da Clippy irrompe sul palco. Implora, piagnucola, chiede di riavere il lavoro e due uomini lo trascinano via con un magnete gigante.
Nel mentre, sul sito Microsoft appare un gioco in Flash: puoi finalmente “uccidere” Clippy sparandogli graffette.
Infine, producono video con Clippy doppiato da Gilbert Gottfried, disoccupato e depresso.
Microsoft ha letteralmente speso soldi per prendere per il culo il proprio prodotto.
Nel 2019 Clippy diventa sticker su Teams. Nel 2021, un tweet di Microsoft che promette di riportarlo come emoji ottiene 170.000 like (ne chiedevano 20.000).
E nell’agosto 2025 Louis Rossmann, YouTuber con 2,3 milioni di follower, lancia una protesta contro le Big Tech che sfruttano i nostri dati. Il simbolo? Clippy.
“Rappresenta un’epoca in cui le aziende volevano solo aiutarti, senza monetizzare i tuoi dati“
Il video fa 3,5 milioni di views e migliaia cambiano avatar mettendo Clippy.
La graffetta più odiata della storia diventa simbolo di privacy e resistenza.
Il cerchio si chiude
Quel bambino di 9 anni che trascinava Clippy per lo schermo oggi usa ChatGPT tutti i giorni.
La differenza è che ora so esattamente cosa sta succedendo, so cosa do in cambio e so cosa ricevo.
Ma ogni tanto, quando ChatGPT mi riscrive una mail o Copilot mi suggerisce come completare una funzione, penso a quella graffetta.
Aveva capito tutto: l’assistente personale, l’aiuto contestuale e l’intelligenza artificiale al servizio dell’utente.
Era solo arrivata con la tecnologia sbagliata, nel momento sbagliato, con l’approccio sbagliato.
Ma l’idea era giusta.
Tanto giusta che oggi vale miliardi… Solo che ora si chiama ChatGPT, Claude, Copilot. E nessuno ride più.
Anzi, paghiamo 20 euro al mese per avere quello che Clippy voleva darci gratis.
Il progresso a volte è solo questione di aspettare che il mondo sia pronto per le tue idee.
Ci vediamo alla prossima newsletter.
Senza filtri,
Chri



