Quello che WinMX mi ha insegnato senza saperlo
Senza filtri #8
L’altro giorno stavo sistemando dei vecchi scatoloni quando ho trovato un hard disk che non vedevo da anni: “Download WinMX”.
Dentro, centinaia di mp3 con nomi assurdi tipo:
“Mobb_Deep_Shook_Ones_PT_II(REAL_320kbps)_[shared_by_BoomBap88].mp3”.
Mi sono fermato un attimo.
Non per la musica che stavo ascoltando, ma per quel “shared_by_BoomBap88”.
Mi sono ricordato di lui.
Non so chi fosse nella vita reale, ma per tanto tempo è stato il mio pusher musicale di fiducia.
Ogni volta che entravo nella chat room, lui era lì.
E non solo condivideva file: ti spiegava perché quell’album di Eminem valeva 3 ore di download con la ADSL.
Spotify oggi ha milioni di utenti. Ma nessuno comunica tra di loro.
Mentre guardavo quell’hard disk, mi sono reso conto che WinMX mi ha insegnato più cose sul business e sulla tecnologia di quanto avessi mai realizzato…
Ero un bambino e loro mi stavano introducendo a qualcosa di più grande
Ero piccolo quando ho scoperto WinMX. Troppo piccolo per arrivarci da solo.
C’era sempre qualcuno più grande accanto a me che mi faceva vedere come funzionava.
Per me era semplice: “scaricare musica”. Stop.
Non capivo i protocolli, non capivo la rete, non capivo niente. Sapevo solo che scrivevi il nome di una canzone, aspettavi, e prima o poi arrivava.
Ma c’era qualcosa di diverso in WinMX che me lo ha fatto rimanere stampato in testa, mentre eMule, Kazaa e tutti gli altri sono scivolati via.
Erano le chat.
Non erano le solite stanze dove la gente spammava link. Erano posti veri. “Alternative Rock Italia”, “Hip-Hop Collectors”, “Movie Hunters ITA”.
Solo oggi, anni dopo, capisco cosa c’era davvero dietro.
Non era file sharing. Era knowledge sharing.
Come funzionava (senza che tu impazzissi con la connessione)
Ok, momento tecnico, ma prometto di non annoiarti.
Il problema nel 2003 era semplice: la banda faceva schifo.
Se eri fortunato avevi l’ADSL. Se eri come me, in provincia, avevi la 56k e pregavi che nessuno alzasse il telefono.
I creatori di WinMX (la Frontcode Technologies, canadesi, gente pratica) avevano capito una cosa geniale: non tutti possono essere uguali in una rete.
Così utilizzarono il sistema Primary/Secondary:
Primary: se avevi banda e un PC decente, diventavi un nodo della rete. Gestivi le ricerche, instradavi il traffico. Eri parte dell’infrastruttura.
Secondary: se avevi la 56k come me, ti appoggiavi ai Primary. Consumavi meno risorse ma potevi comunque partecipare.
Era democratico ma non stupido. Come dire: tutti possono votare, ma non tutti devono fare il presidente.
Ma la vera magia la faceva il multi-point download.
Invece di scaricare un file da una persona sola (e pregare che non si disconnettesse), WinMX spezzettava il file e lo prendeva da più persone contemporaneamente.
Se uno cadeva, gli altri continuavano. Se uno era lento, gli altri compensavano.
BitTorrent? È arrivato dopo.
WinMX lo faceva già nel 2002 (versione 3).
“Ti do Nas se mi dai i Jay-Z”
La cosa che nessuno capisce di WinMX e che manca disperatamente oggi, era il baratto.
Non era una transaction fredda. Era uno scambio. Una conversazione. Una relazione.
Ricordo perfettamente una sera.
Stavo cercando “Get Rich or Die Tryin’” di 50 Cent. Entro nella chat room “Real Hip-Hop Heads” e scrivo:
“Cerco 50 Cent - Get Rich or Die Tryin’, qualità decente”
Un tipo, nickname “BoomBap88”, mi risponde:
“Ce l’ho io, ma non in coda normale. Ti interessa uno scambio?”
Scambio. Non download. Scambio.
“Cosa cerchi?”
“Hai qualcosa di Mobb Deep? O i primi mixtape di Lloyd Banks?”
Lloyd Banks? I mixtape? Non sapevo nemmeno cosa fossero i mixtape.
“No, ma posso cercarli. Cosa consigli?”
“Zio, inizia con ‘The Infamous’ dei Mobb Deep. Fidati, dopo 50 Cent ti serve sentire da dove viene davvero il Queens rap.”
(Tra l’altro immaginate la mia faccia quando vidi Eminem battagliare in 8 Mile con il beat di Shook Ones PT.II, stavo morendo)
E boom. Da un download è nata una conversazione. Da una conversazione, una scoperta. Da una scoperta, un’educazione hip-hop che mi porto ancora dietro.
BoomBap88 non mi ha solo dato un album. Mi ha insegnato la differenza tra mainstream e underground, tra mixtape e album, tra East Coast e West Coast.
Oggi apri Spotify, l’algoritmo ti suggerisce “Artisti simili” e finisce lì.
Non c’è storia. Non c’è connessione. Non c’è quella sensazione di aver scoperto qualcosa INSIEME a qualcuno.
21 settembre 2005: il giorno in cui capii che niente è per sempre
Tornai da scuola. Ero a casa.
Accesi WinMX come ogni pomeriggio.
Non si connetteva.
Ci riprovai, ma niente.
Cercai su internet e trovai la notizia: WinMX chiude. La RIAA ha vinto.
Mi sentii di merda.
Frontcode aveva ceduto alle pressioni.
Avevano costruito qualcosa di bello. Una rete globale di appassionati che condividevano cultura. E bastò una lettera di avvocati per spegnere tutto.
O almeno così sembrava.
Perché poi successe una cosa incredibile.
Due giorni dopo, la community aveva già patchato tutto.
Qualcuno (non sappiamo chi), probabilmente un gruppo di nostalgici incazzati, fece una patch che reindirizzava WinMX verso nuovi server gestiti dalla community.
Il software “morto” risorse.
Quando la community è abbastanza forte, il prodotto diventa immortale.
Quello che WinMX mi ha lasciato (e che uso ancora oggi)
“La community non è un feature, è il prodotto”
WinMX mi ha insegnato che le persone non volevano solo file. Volevano connessione.
Oggi, quando lavoro con founders, la prima cosa che chiedo non è “qual è il tuo prodotto?” ma “qual è la tua audience?”.
Perché ho visto software tecnicamente perfetti morire senza rimpianti. E ho visto WinMX, tecnicamente imperfetto, sopravvivere alla propria morte grazie alle persone (non per tanto, ma ci arrivo).
Discord vale 15 miliardi non perché sia il miglior software di chat. Vale 15 miliardi perché è dove sta la tua gente.
“Non mettere mai tutto su un server centrale (letteralmente e metaforicamente)”
Quando Frontcode spense i server pensavamo fosse finita.
La lezione? Mai dipendere da un singolo punto di fallimento.
Oggi vedo startup che basano TUTTO su API di OpenAI.
Cosa fai quando Sam Altman decide di cambiare i prezzi? O le policy? O viene comprato da Microsoft? (ipotizzo)
Nei miei progetti, applico sempre la regola WinMX: ogni dipendenza critica deve avere un piano B provider agnostic (se possibile).
“Il problema illegale di oggi è l’opportunità legale di domani”
WinMX era “pirateria”. Ma cosa volevano davvero gli utenti?
Scoprire musica nuova → Spotify
Condividere con gli amici → Social music
Avere tutto in un posto → Streaming illimitato
Non pagare 20€ per un CD con 2 belle canzoni → Abbonamenti a 9,99€
Ogni volta che vedo qualcosa di “illegale” o “grigio”, mi chiedo: qual è il bisogno legittimo sottostante?
Crypto per riciclaggio? No, privacy finanziaria → fintech compliant.
Mercati neri online? No, e-commerce senza intermediari → marketplace specializzati.
VPN per aggirare blocchi? No, privacy e sicurezza → B2B security.
“Il vero problema non è mai quello ovvio”
Per anni ho pensato che WinMX risolvesse “come scaricare musica gratis”.
Mi sbagliavo.
WinMX risolveva “come trovare la mia community musicale quando vivo in un paesino dove l’unico negozio di dischi vende solo Eros Ramazzotti”.
Questa lente mi ha salvato il culo almeno tre volte:
Il cliente che voleva “un sito più veloce” e in realtà voleva meno ansia nel processo di checkout
La startup che cercava “più features” e in realtà aveva bisogno di capire chi fosse il suo utente
Il founder che chiedeva “più investimenti” e in realtà doveva sistemare il product-market fit
La domanda che mi faccio sempre è “Ma qual è il VERO job to be done qui?”
“La tecnologia migliore non vince mai”
eMule era tecnicamente superiore. Aveva un sistema di crediti geniale. Code prioritarie. Tutto.
Ma non aveva l’anima.
WinMX aveva le chat. Le relazioni. Le persone che ti conoscevano per nickname e ti aspettavano online.
Quando scelgo un tech stack, non guardo solo le performance. Guardo cosa permette di costruire come esperienza umana.
Perché alla fine, quando arriverà la lettera degli avvocati (metaforica o reale), non sarà il codice a salvarti.
Sarà “xXDarkAngelXx” che patcha il tuo software alle 3 di notte perché ci tiene.
E se WinMX avesse avuto un business model?
Mi chiedo spesso: cosa sarebbe successo se Frontcode avesse monetizzato?
Un abbonamento premium per code prioritarie? Probabilmente avrebbero fatto causa prima.
Un marketplace legale integrato? Forse. iTunes stava nascendo proprio in quegli anni.
Vendere la tecnologia ad aziende per file sharing interno? Questa sì che sarebbe stata geniale. Il P2P enterprise prima di Dropbox.
O magari, semplicemente, vendere l’azienda a Spotify prima che Spotify esistesse.
Perché alla fine WinMX aveva già risolto il problema tecnico dello streaming distribuito. Mancava solo il layer legale.
La tecnologia c’era. La community c’era. Mancava solo il coraggio di trasformare un problema in opportunità.
(Ma forse non era quello l’intento, appunto)
Il cerchio si chiude
Quel bambino che veniva guidato al computer oggi guida team tecnici.
Quella persona che scaricava album oggi paga tre abbonamenti streaming (sì, sono quella persona).
WinMX è morto nel 2005. Ma è anche risorto due giorni dopo. E in un certo senso, non è mai veramente morto.
Vive in ogni sistema decentralizzato. In ogni community che si auto-organizza. In ogni prodotto che mette le persone prima del profitto.
E vive in questa lezione fondamentale: quando costruisci qualcosa CON le persone invece che PER le persone, stai costruendo qualcosa di immortale.
La prossima volta che apri Spotify e l’algoritmo ti suggerisce l’ennesima playlist “Scopri”, ricordati che una volta c’era BoomBap88 che ti diceva “fra, fidati, questi spaccano”.
E aveva sempre ragione.
Ci vediamo alla prossima newsletter.
Senza filtri,
Chri
P.S. Qual è stata la tua WinMX? Quella cosa che pensavi fosse solo un tool ma ti ha insegnato più di quanto avresti mai immaginato? Rispondi a questa mail. Leggo tutto e rispondo (quasi) sempre.
P.P.S. Se questa newsletter ti ha fatto tornare in mente quando aspettavi 3 ore per scaricare 4MB, forse è il momento di condividerla con qualcuno che capirebbe. O con qualcuno che deve capire che il Web non è sempre stato TikTok e Instagram.




