Come studio ora che sono padre?
Senza filtri #3
L’altro giorno, mentre cullavo mia figlia con una mano e scorrevo rapidamente le ultime novità sull’AI con l’altra, mi è venuto spontaneo sorridere.
Una volta avrei passato ore a studiare un nuovo framework.
E invece oggi? Se ho 15 minuti liberi, mentre la piccola dorme, devo decidere se lavarmi i denti o leggere quell’articolo che tutti stanno commentando.
Ed è proprio in mezzo alla fretta di scegliere che ho capito: devo trovare un nuovo sistema.
La verità sul tempo (che non c’è)
Prima che arrivasse lei, potevo permettermi il lusso della curiosità senza limiti. Ore passate su Reddit, video su YouTube, podcast durante gli spostamenti.
C’era sempre tempo per tutto.
Ora? Ora esiste il prima e il dopo.
Il prima, dove c’era sempre un “lo guardo dopo”.
E il dopo, dove quel “dopo” semplicemente non arriva mai.
O meglio, arriva alle 23:42, quando gli occhi si chiudevano da soli e ti addormentavi con il telefono in mano.
E allora come si fa? Perché il nostro settore va avanti, non si ferma, mica puoi dire “scusate, ho una figlia, torno fra due anni quando va all’asilo”.
La soluzione è nell’accettazione
Ho dovuto accettare una cosa fondamentale: non posso più sapere tutto.
E forse, a pensarci bene, non potevo farlo nemmeno prima.
Questa accettazione mi ha portato a tre strategie che stanno funzionando:
1. Filtrare senza pietà
Ho ridotto drasticamente le mie fonti.
Prima seguivo 15 newsletter, 20 persone su Twitter, decine di subreddit.
Ora? Ho identificato le 3-4 voci più autorevoli per ogni argomento che mi interessa davvero e ignoro il resto.
Non è FOMO (Fear Of Missing Out), è JOMO (Joy Of Missing Out): la gioia di perdersi deliberatamente qualcosa per concentrarsi meglio su altro.
Come capisco chi seguire? Semplice: chi mi fa risparmiare tempo anziché rubarmelo.
Chi sintetizza, chi offre prospettive originali, chi va dritto al punto.
2. Trasformare i tempi morti in tempi vivi
La routine mattutina in bagno è diventata sacra.
Non scrollo a caso: ho un piano.
Prima le newsletter (sì, quelle 3-4 rimaste), poi i thread salvati, infine se avanza tempo un video su YouTube a velocità aumentata.
Ma il vero cambio è stato passare dall’approccio “consumo” all’approccio “archivio”.
Non cerco più di assorbire tutto subito.
Salvo, catalogo, organizzo.
E così il mio Notion è diventato il mio secondo cervello. Ogni cosa interessante finisce lì: taggata, classificata, pronta per essere ripescata quando serve davvero.
3. Dalla quantità alla qualità (e dall’ansia alla pace)
La più grande rivelazione?
Capire che “essere aggiornati” e “essere preparati” sono due cose diverse.
Essere aggiornati significa sapere cosa succede.
Essere preparati significa saper agire quando serve.
Prima spendevo l’80% del tempo ad aggiornarmi e il 20% a prepararmi, ora ho ribaltato completamente le percentuali.
Invece di seguire 10 argomenti superficialmente, ne seguo 3 in profondità.
Invece di conoscere tutte le nuove tecnologie, mi concentro su quelle che hanno un impatto reale sui miei progetti.
Mi sono chiesto: “Se potessi studiare solo un’ora al giorno, su cosa la investirei?”
E la risposta a questa domanda ha cambiato tutto.
Non più “cosa”, ma “come”
L’AI ha cambiato radicalmente il mio approccio allo studio.
Non memorizzo più nozioni, ma affino la capacità di trovarle quando servono.
Uso l’AI come un collega che può riassumermi un argomento in 3 minuti invece che in 30.
Per esempio, uso strumenti per estrarre i concetti chiave da un libro senza doverlo leggere dall’inizio alla fine.
Non è pigrizia, è sopravvivenza cognitiva.
È passare dal “sapere tutto” al “sapere dove trovare tutto”.
La genitorialità come superpotere
La parte più sorprendente? Avere meno tempo mi ha reso più selettivo e paradossalmente, più efficace nell’apprendimento.
Prima sprecavo ore su argomenti che non avrebbero mai avuto un impatto reale sulla mia vita professionale.
Oggi, con il tempo contato, vado dritto all’essenziale.
C’è qualcosa nella pressione del tempo limitato che costringe a concentrarsi solo su ciò che conta davvero.
Non è facile, ma per me funziona
Ci sono giorni in cui mi sento indietro, giorni in cui vorrei avere più ore per studiare.
Ma poi guardo mia figlia e penso che forse, ciò che conta davvero non è sapere tutto, ma sapere cosa vale la pena conoscere.
Se questa storia ti ha fatto riflettere, scrivimi. Sono curioso di sapere come altre persone gestiscono questa sfida.
Ci vediamo alla prossima newsletter.
Senza filtri,
Chri


